Da uno specchio, superficie ambigua e inquietante, emerge un giorno per Geng� un volto di s� finora ignorato: un naso inopinatamente in pendenza verso destra. Inizia qui, con una certa parentela con il protagonista del celebre romanzo di Sterne, quel Tristram Shandy dallo "sfortunato naso schiacciato", l''avventura di Vitangelo (Geng�) Moscarda, sdoppiato in un altro se stesso, conosciuto solo dallo sguardo altrui. Un passo pi� in l�, e le cose si complicano: Moscarda non � pi� alle prese con un solo estraneo, bens� con centomila estranei che convivono in lui, secondo la realt� che gli altri gli danno, "ciascuno a suo modo". Nello sfuggire alle proprie centomila realt�, Geng� si trover� a rinnegare qualunque "forma": la via d''uscita sar� allora l''alienazione totale, non solo da qualsiasi cosa sua, ma perfino da se stesso. Non rester�, dunque, che accertarsi come "nessuno", smarrendo ogni identit� e disperdendosi nel mare dell''essere. Con "Uno, nessuno e centomila", romanzo rimasto per lunghi anni in elaborazione tra le carte di Pirandello, giunge al suo limite estremo la scomposizione del personaggio pirandelliano, gi� comicamente ''nato fuori di chiave'', violino e contrabbasso al tempo stesso, perci� incline a sezionare e disgregare tutto, perfino se stesso, in opposte, contraddittorie riflessioni.