"Nel tentativo di dare struttura e senso alla massa informe dell'universo, i pensatori dell'India piu antica, i ritualisti del periodo vedico, si sono instancabilmente adoperati a tessere una prodigiosa ragnatela di connessioni e corrispondenze. Il telaio usato per intrecciare il delicato arazzo di cio che chiamiamo realta era la grandiosa macchina del sacrificio, che aveva come punto focale la messa a morte di una vittima animale o vegetale. E filo conduttore di questa nuova raccolta di saggi di uno dei piu acuti interpreti del pensiero vedico e lo stesso dio della morte, Yama (vale a dire ""costrizione""): figlio del Sole, ha una sorella gemella, Yami, la quale gli corrisponde amorosamente come la Terra corrisponde al Cielo, in un rapporto che costituisce il modello indiano delle relazioni tra fratelli e sorelle. Benche immortale in quanto dio, Yama fu il primo a sperimentare la morte, e a tracciare cosi il cammino verso l'aldila, quel regno dei Mani o dei Padri, moltitudine senza piu volto, cui gli antenati accedono attraverso il rituale dello ""sradda"", che sancisce l'allontanamento dal mondo dei vivi mediante la dispersione dei resti e la consegna all'oblio dei loro nomi. "
En este libro el autor analiza las relaciones que la sabiduría y las locuras de la India han revelado entre la muerte, la ley, la repetición y la escritura. Pone en perspectiva los ritos y los mitos de la India vedica y brahmanica que dicen como viven los mortales, como se suceden las generaciones.
Da tempo ormai la nostra civilta si e abituata a indagare quello che viene definito come "pensiero mitico", a precisarne le modalita. Ma altrettanto non si puo dire sia avvenuto per quanto riguarda il "pensiero rituale". Anzi, per alcuni "rito e pensiero sono di per se termini antinomici". Ora, si da il caso che tutto questo venga radicalmente messo in dubbio dalla testimonianza di una grande civilta: l'India. Nell'India antica, quella dei Veda e dei Brahmana (i trattati sui riti, quindi essenzialmente sui sacrifici), apparvero alcuni pensatori, i quali (in epoca anteriore ai primi sapienti greci) si interrogarono su "cio che e" con stupefacente capacita speculativa. E la forma che scelsero fu appunto quella del "pensare attraverso il rito": erano grandi metafisici.