Questo volume raccoglie l'intera produzione poetica di Giorgio Caproni, compresa "Res Amissa", uscita postuma nel 1991 a cura di Giorgio Agamben. È dunque possibile cogliere nella sua interezza una delle piu importanti esperienze del Novecento. Il dato essenziale della modernita di Caproni osserva Geno Pampaloni in uno dei numerosi contributi raccolti nell'antologia critica in appendice - e quella sua particolare musica cui si deve la naturalezza con la quale il poeta passa, senza mutar voce, dal quotidiano all'astratto, dal colore al disegno, dal colloquiale all'epigrafico, dal domestico al metafisico.
Nel 1948 Caproni scorge a Genova fra le rovine dei bombardamenti una statua di Enea in fuga da Troia, col vecchio padre in spalla e il figlioletto accanto. L'apparizione assume per lui un significato travolgente: Anchise e la tradizione ormai distrutta, Ascanio il futuro ancora incerto, Enea lo specchio di Caproni stesso e della sua generazione, usciti a stento dalla guerra e alle prese con una difficile ricostruzione. Il poeta tornera su quell'incontro in vari interventi (da corrispondenze giornalistiche al poemetto Il passaggio d'Enea, a recensioni e interviste), qui raccolti per l'attenta cura di Filomena Giannotti, autrice anche di una puntuale Introduzione e di un prezioso apparato di Note che di quell'incontro ricostruiscono la storia e il valore simbolico. Questo libro finisce cosi per presentarsi come una nuova Eneide della contemporaneita (Alessandro Fo, dalla Prefazione) che, attraverso le parole di Caproni, sottrae l'eroe antico a ogni retorica celebrativa. La Postfazione di Maurizio Bettini segnala come, nel secondo dopoguerra, anche fuori d'Italia si riscoprisse l'attualita di Enea come figura capace di rispecchiare un mondo in frantumi. Prefazione di Alessandro Fo. Postfazione di Maurizio Bettini.
Il 16 febbraio del 1982 in via Santo Stefano del Cacco (ben nota ai lettori di Gadda), al "Teatro Flaiano" di Roma, Giorgio Caproni tiene una conferenza dove dovrebbe commentare i suoi versi "Parole (dopo l'esodo) dell'ultimo della Moglia". Tra il pubblico siede Pietro Tordi, un attore, che da alcuni anni commette quella che in molti considerano una sua personale stranezza: registrare, in teatri, accademie o circoli, qualsiasi cosa gli riesca di captare venga detta sulla poesia. Ma le stranezze di Tordi (per noi una fortuna) ci riportano la voce di uno dei piu grandi poeti del nostro novecento che, come sempre defilato, ci dira quasi niente su quei suoi versi, e moltissimo sulla sua visione lucida e intelligente di cosa sia la poesia.
En 2012 se cumplen cien años del nacimiento de Giorgio Caproni (Livorno, 1912-Roma, 1990), uno de los grandes nombres de la poesía italiana del siglo XX. Perteneciente a la generación de Mario Luzi, Vittorio Sereni y Attilio Bertolucci, su poesia descree a partes iguales del hermetismo y del neorrealismo, sin dejar de ser por ello absolutamente moderna y original. Merecedor en dos ocasiones del premio Viareggio y considerado un refundador del Canzionere contemporaneo, Pasolini ilustro, mediante una formula ya celebre, como consigue que su impresionismo devenga expresionismo.Las dotes que siempre me han atraido de el: maestria en la versificacion, afabilidad comunicativa, y un particular suspense entre lirica y relato, me parece que son atrayentes para un gran numero de lectores. Luego esta su presencia humana, su simplicidad y discrecion, el apartarse de la muchedumbre de la literatura italiana, que nos ha hecho pensar frecuentemente en el como en una figura destinada a crecer con el tiempo. Italo Calvino