Giuseppe Bonaviri (Mineo, 1924-Frosinone, 2009) compaginó durante toda su vida sus labores como médico y escritor en su Sicilia natal. Fue candidato al Premio Nobel de Literatura en varias ocasiones, obtuvo los máximos galardones literarios de su país y la admiración de autores como Italo Calvino, Elio Vittorini o Leonardo Sciascia.
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Un clásico moderno de la literatura italiana
«Una novela espléndida, algo finalmente nuevo en nuestra literatura de hoy, algo pensado y al mismo tiempo lleno de libre invención».
Italo Calvino
"Confluiscono in questo volume dieci racconti scaturiti dalla penna di Giuseppe Bonaviri, che dalla memoria autobiografica, dal nostos fantastico prendono avvio per proiettarsi nell'infinito. Fra gli altri, ""Martedina"" in cui, mal conciliando lavoro e denaro con il guardarsi dentro, col magmatico fluire degli umori, per narcisistico amore di se votato all'unicita dell'arte, lo scrittore intraprende un viaggio interplanetario su Fiutone. Una ""commediola buffa"" e ""Giovanni Verga sulla luna"", nella quale agiscono, con Verga e i suoi immortali personaggi, moderni eroi dell'immaginario infantile, un bonario comico americano, bambini, gente comune di tutte le razze, esponenti di una societa feroce. Racconti accomunati tutti da un sottile filo rosso, il clima di fiaba, d'onirica, surreale, ironica, inquietante evasione dalla grigia e triste realta quotidiana. "
"Un gruppo di bambine di nazionalita diversa, a Idrisia, paese della Sicilia orientale, trasporta nottetempo bisacce di farina fin dentro il cono di un vulcano spento. Li, nelle viscere della terra, ci sono i panettieri occupati a impastare il pane fragrante che, allalba, le fornarine porteranno in ogni angolo delle terre di Idrisia. Bonaviri rievoca cosi le radici ancestrali della propria memoria siciliana, sviluppando una narrazione cruda e dolente che si dipana nella storia di Silvinia, la piu bella e gentile delle fornarine, scomparsa, forse in mare, o forse rapita durante una festa sul litorale. Ma ogni desolazione e comunque riscattata dallumorismo di Bonaviri, ora ilare e giocoso, ora nero, ma sempre avvolto nella luminosita di una lingua simile a certe nuvole cavalcate, in primavera, da un sole iridescente. "