Des nombreux problèmes qui exercèrent la téméraire perspicacité de Lönnrot, aucun ne fut aussi étrange - aussi rigoureusement étrange, dirons-nous - que la série périodique de meurtres qui culminèren
The incomparable imagination of Jorge Luis Borges runs wild in this kaleidoscopic miscellany of fantastical creatures.Few readers will want, or be able, to resist this modern bestiary. Here you will find the familiar - Gryphons, Minotaurs and Unicorns - as well as the Monkey of the inkpot and other undeniably curious beasts. Borges' cunning and humorous commentary is sheer delight.
Los textos inéditos suelen perdurar en papeles dispersos, márgenes o cuadernos en octava; suelen encontrarse en cajones, baúles, latas de galletitas o bolsillos; éste permaneció en una cinta magnetofonica, grabada en Nueva York hace cuarenta y tres años. Esto quiere decir que antes de ser un libro, El aprendizaje del escritor fue oral, y que su texto comporta la traduccion -o ventriloquia- de las transcripciones del seminario sobre escritura que ofrecio Jorge Luis Borges en la Universidad de Columbia, en 1971. Los encuentros de este seminario estuvieron dedicados a la escritura, tanto de ficcion y poesia, como de traduccion. Cada reunion estuvo abierta a las preguntas de los estudiantes y, a la manera de los dialogos platonicos, recrea naturalmente el contraste dramatico de los puntos de vista del autor y sus lectores. Este seminario, como la vastisima obra de Borges, no encierra una sola pagina que no ofrezca una felicidad.
ADEMÁS de gran narrador, Borges fue también un gran poeta. Sus primeras incursiones en la literatura fueron a través de la poesía, un género que cultivaría hasta los últimos años de su vida. La poesía de Borges transita por los mismos caminos que sus cuentos y sus ensayos: la historia, el mito, la alta literatura y ese laberinto de imágenes y parábolas que constituye su personal e íntimo universo en penumbra. De Homero a Borges, la ceguera como sabiduría cierra un círculo en el que se asienta la historia de la civilización universal.
Il libro raduna scritti apparsi in varie sedi fra il 1934 e il 1952. Borges è riuscito a dire cose nuove su autori talora celeberrimi, talora trascurati. Si tratti di Cervantes o di Kafka, di Wilde o di Chesterton, di Hume o di Berkeley, di Bloy o di Schopenauer, di Beckford o di Coleridge, tutti gli autori qui trattati sembrano diventare, senza alcuna forzatura, anelli di una catena anonima e infinita, dove, occultato, il lettore incontrerà anche l'anello che corrisponde a Borges stesso.
A settant'anni Borges decide che è giunto il momento di cimentarsi nella scrittura di quello che egli definisce "racconti diretti". Nasce così questo libro che, pubblicato nel 1970, si presenta come l'unico integralmente narrativo. Molti racconti, ambientati nel mondo della periferia di Buenos Aires, rievocano la società violenta, retta da precisi codici, che aveva già fatto da sfondo alle prime opere: emerge in tal modo l'altro volto di Borges, contrassegnato dalla nostalgia dell'azione, che accompagna costantemente la costruzione di avventure della mente.
Un falso paese scoperto "nelle pagine di un'enciclopedia plagiaria", Uqbar, e un pianeta immaginario, Tlön, "labirinto ordito dagli uomini" ma capace di cambiare la faccia del mondo; il "Don Chisciotte" di Menard, identico a quello di Cervantes eppure infinitamente più ricco; il mago che plasma un figlio nella materia dei sogni e scopre di essere a sua volta solo un sogno; l'infinita biblioteca di Babele, i cui scaffali "registrano tutte le possibili combinazioni dei venticinque simboli ortografici... cioè tutto ciò ch'è dato di esprimere, in tutte le lingue" e che sopravviverà all'estinzione della specie umana; il giardino dei sentieri che si biforcano; l'insonne Funes, che ha più ricordi di quanti ne avranno mai tutti gli uomini insieme.
Di Dante, come di tanti altri scrittori, Borges si è dimostrato capace di dirci ciò che altrove non troveremmo, ma soprattutto di dircelo partendo da presupposti e da angolature a lui solo accessibili. Orientata - come accenna il prologo - da una sorta di "innocenza", la sua lettura muove infatti da dettagli, suggestioni, spunti immaginativi per proporre, attraverso molteplici riferimenti letterari, congetture spesso eccentriche e punti di vista esclusivi e personali.
Spaziando dai temi metafisici (l'infinito, la realtà, l'inferno, la magia) alle questioni stilistiche (la traduzione, la natura della narrativa), dalla poesia gauchesca a quella di Whitman, da Flaubert alla cabbala fino a una penetrante incursione nel territorio del cinema, Borges si addentra negli argomenti come in quei labirinti che da sempre sono la sua ossessione.
