La città che gli diede i natali, Parma, non poteva permettersi di lasciar passare nel silenzio il V Centenario della nascita di Francesco Mazzola (1503-1540), detto il Parmigianino come "declinazione gentile" del nome stesso della sua città, un artista che, si sa, può essere considerato alla pari di Raffaello, Tiziano, Correggio, Michelangelo, per la perfezione vera e il precocissimo genio, coltivato in una famiglia di artisti di origine pontremolese trasferitasi a Parma: una bottega vera e propria costituita e costruita da ben sette artisti operanti nel corso di un secolo. Fra tutti Parmigianino si distingue per una intrepida volontà, e capacità, di confrontarsi con temi religiosi, mitologici, letterari, e sempre con una originalità individuale che si declina poi in affreschi, tavole di piccola o grande dimensione, tele ad olio e "a guazzo", disegni e incisioni, rivelando così anche un'attenzione e curiosità sperimentale per le materie e le tecniche di grande modernità. E però il tempo storico in cui si compie il suo, brevissimo, tragitto esistenziale e artistico è un tempo inquieto, sconvolto ( basti ricordare il Sacco di Roma del 1527, proprio durante il suo soggiorno nella capitale). Ed è questa condizione, oltre all'ombrosità del carattere forse, che gli nega quel successo, quel riconoscimento universale, che indubbiamente meritava, e a cui certamente aspirava. Anche per questo, o soprattutto per questo, il Comitato Nazionale che ha presieduto all'organizzazione delle manifestazioni in suo onore, ha per così dire condiviso l'impegno etico e culturale di risarcire il debito della storia nei confronti di un pittore e intellettuale di eccezionale eleganza. Nel calendario ampio e articolato degli eventi, che proseguirà per tutta la prima metà del 2003, spiccano il Convegno Internazionale di studi(Parma, 13-15 giugno 2002) e la grande Mostra che si aprirà a Parma nel febbraio 2003. L'uno per l'apporto qualificato degli studiosi, che troverà adeguata testimonianza nella prossima pubblicazione degli Atti; l'altra per la possibilità di esporre una importante serie di capolavori solitamente visibili nei più celebrati, ma anche lontani, Musei del mondo (M
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