Solo dopo insistenti richieste e ripetuti tentativi nel 2004 Herta Müller ha potuto visionare il suo doppio, ovvero il fascicolo che la Securitate di Bucarest aveva costruito ai suoi danni. Nome in codice «Cristina», novecento pagine di un dossier incompleto, sottoposto ad accurata «pulizia» da parte dei nuovi servizi rumeni, quelli non più comunisti. E seguendo il fascicolo l’autrice ha scritto questo, da lei stessa definito «racconto autobiografico». Lucida testimonianza letteraria sull’arma più micidiale in mano al potere opaco, che domina mediante il possesso esclusivo dell’informazione: l’arma della disinformazione. Più sottile della semplice calunnia, che agisce soprattutto tra i nemici, la disinformazione invece punta a distruggere le vittime nel campo degli amici, seminando quei dubbi e sospetti che proprio gli amici debbono temere. Herta Müller ne fu vittima, perché tedesca in terra rumena e perché scrittrice «ai margini». Sul lavoro, fu contattata dalla Securitate, che le chiese di diventare informatrice. Al suo rifiuto, scattarono i caratteristici tre momenti della trappola della «disinformazia». Primo: diffusione da parte del centro della falsa notizia che la vittima fosse un’informatrice del servizio stesso. Secondo: notizia «registrata» dal servizio, in apparente oggettività, che nell’ambiente della vittima si diffondeva una certa diffidenza a causa di sospetti sulla sua lealtà. Infine, terzo tempo: fonti di stampa diffondevano come «notizia» che i servizi avevano registrato informazioni sulle diffidenze. Un libretto istruttivo, dunque, non solo per capire la vita governata dalle spie nel mondo comunista al suo epilogo; ma anche per orientarsi in luoghi e tempi lontani dal comunismo: dovunque, e accade sempre più spesso, ci sfiori l’esperienza della disinformazione.
Ficha técnica
Editorial: Sellerio
ISBN: 9788838924705
Idioma: Italiano
Número de páginas: 96
Fecha de lanzamiento: 05/03/2010
Año de edición: 2010
Especificaciones del producto
Escrito por Herta Müller
Herta Müller (Nitzkydorf, 1953), descendiente de suabos emigrados a Rumanía, es uno de los valores más sólidos de la literatura rumana en lengua alemana. Estudió Filología germánica y románica en la Universidad de Timisoara y se vio obligada a salir del país por su relevante papel en la defensa de los derechos de la minoría alemana. Vive en Berlín desde 1987. Premio Nobel de Literatura 2009, ha sido galardonada también con los premios Aspekte (1984), Ricarda Huch (1987), Roswitha von Gandersheim (1990), Franz Kafka (1999) y Würth (2006), entre otros. Desde hace más de una década, está muy vinculada al Museo del Exilio de Berlín, en cuya fundación tuvo un papel muy relevante. Siruela ha publicado en castellano buena parte de su obra.