Altaf Tyrewala

Una primera novela sagaz, irónica y brutalmente honesta, de una de las nuevas voces de India, que quiere captar la conciencia colectiva de su ciudad: Bombay. Sagaz, irónica y brutalmente honesta, Ningun dios a la vista señala la llegada de una nueva y apasionante voz al mundo de la ficcion. Alegato contra cualquier fanatismo religioso, y retrato de una urbe tan llena de vida y contrastes como Mumbai (antes, Bombay), Ningun dios a la vista ofrece una vision compacta y desmitificadora de la India moderna, que busca su camino entre tradicion y futuro, y sus enormes contradicciones sociales. Innovadora en su forma, la novela se construye con las historias de un medico que practica abortos, inmigrantes que se buscan la vida, una familia que quiere emigrar, matrimonios concertados, jovenes enamorados o desesperados, un gangster oculto en su escondrijo o la de un apatico directivo empresarial, entre otras. Del monologo al relato breve o a la anecdota, el lector ira pasando de historia en historia vertiginosamente: una familia huye de su aldea para evitar la persecucion religiosa y se refugia en un poblado chabolista de la ciudad, un padre y un hijo se conceden un descanso haciendo como si no se conocieran, hombres y mujeres jovenes pugnan por asimilar las consecuencias de la atraccion sexual... y, en el centro de la accion, la propia ciudad: una Mumbai atestada, palpitante, sufriente, que exige una sumision y una entrega absoluta antes de conceder la posibilidad de sobrevivir en ella.

"Attraverso lo sguardo dei numerosi personaggi delineati con tratti sicuri,Tyrewala descrive una variegata umanita alle prese con il quotidiano, che si confronta con il peso della tradizione, le derive del progresso, la poverta, l''imposizione o l''assenza dei valori, gli scontri religiosi e i dubbi esistenziali. Il libro si apre con l''autoritratto della signora Khwaja, un tempo poetessa capace di attardarsi ore e giorni sulle metafore piu sottili, adesso ridotta al silenzio dal suo ruolo di angelo del focolare, moglie e madre immersa ventiquattr''ore al giorno nei suoi compiti. Prende la parola il signor Khwaja, che dichiara di non riconoscere piu sua moglie dopo ventisei anni di matrimonio, di non trovare piu poesia nella loro vita, racconta del figlio Ubaid, che vive perennemente connesso a Internet, e della figlia Minaz, mai a casa. Entra in scena Ubaid, per lui la casa e sua madre che gli propina cibo, suo padre che borbotta, rimprovera e si lamenta, sua sorella, che di fronte a tutto questo fugge via, mentre lui stesso si rifugia in Rete, alla ricerca di altri come lui. E cosi via, i lettori assistono alle vicende grandi e piccole, pubbliche o private di santoni in crisi, mendicanti, cinici reporter, commercianti, poliziotti, gangster e un''infinita di altri personaggi, tutti intenti a interpretare come possono le loro vite su quel palcoscenico che e Bombay. "