L'avvocato Peyrani incontra in un borgo alpino Aurora Almagià, un tempo amata da un amico morto, Giuseppe Silvestri. Insieme alla donna Peyrani prende a rievocare la figura dello scomparso, accorgendosi di avere clamorosamente sbagliato nel giudicare Silvestri, che ha sempre considerato persona di rara correttezza morale. Perché l'uomo che Aurora ha conosciuto sembra un essere diabolicamente cinico. Come si spiega questo sdoppiamento della personalità? La vivace e ironica sapienza narrativa di Soldati indaga il limite della menzogna e dell'innocenza, trasformando il racconto in una spietata analisi della coscienza umana. Apparso nel 1957, "Il vero Silvestri" mette al centro della scena un personaggio assente, Gustavo Silvestri, la cui vita e personalità vengono ricostruite dagli altri due protagonisti, l'avvocato Peyrani e Aurora Almagià. I due si incontrano casualmente nel borgo alpino di Montgenèvre, e iniziano a rievocare il comune amico, morto alcuni anni prima. Ricordandolo con accento affettuoso e commosso, l'avvocato ne parla come di un uomo che pareva incarnare i valori dell'umiltà, della mitezza: un essere ingenuo, idealista, profondamente buono, da subito innamoratosi di Aurora. La donna ne offre invece un ritratto diametralmente opposto: un essere viscido, cinico e calcolatore.
Pubblicato nel 1985, "L'architetto" rappresenta uno dei vertici della narrativa soldatiana; protagonista è Vittorio Pranzi, celebre architetto milanese cui gli industriali di Chicago commissionano il progetto per costruire una grande università. Si ritrovano qui temi, già accennati in altri romanzi: Soldati affonda lo sguardo in modo più profondo che mai nelle pieghe della vita coniugale, svelandone i tanti risvolti e le angosce, indagando i misteri del sesso e dell'amore. Il tutto quasi affiorante nello scorrere vorticoso di una vicenda complessa e ricca di colpi di scena, divertente e commovente insieme.